In questi quattro giorni abbiamo dormito insieme nel lettone.
Hai abbracciato un regalo, che era da tanto che desideravi un regalo, non quello lì, ma un regalo, perché in questo mese d’Aprile in cui tutti compiono gli anni, tu sei l’ultimissima a chiudere i festeggiamenti e il mese diventa lunghissimo.
Hai spento le candeline un sacco di volte.
Siamo andate alla manifestazione del 25 Aprile ed eri felice.
Ti sei commossa mentre un partigiano ricordava un giorno di sole in cui era in prigione e l’hanno liberato.
Ti sei intimidita quando ti ho portato a salutarlo, lui che, quando eri ancora nella pancia della mamma, aveva detto che saresti nata proprio il 25 Aprile di cinque anni fa.
Hai detto che però a quella festa per la fine di una bruttissima guerra avrebbero dovuto chiedere casualmente: “Qui c’è qualcuno che è nato il giorno della Liberazione?”.
Siamo andate al parco giochi, tanto avevamo tempo.
Abbiamo comprato i pasticcini con le fragole che piacciono a te.
Abbiamo fatto insieme una torta a forma di riccio con tutti gli aculei, che poi erano pinoli, messi da te.
Abbiamo mangiato fuori, insieme, un sacco di schifezze.
Hai scelto un libretto in un negozio e poi non hai voluto andare sulle giostrine perché avevi già avuto il tuo regalo.
Mi hai accompagnato a bere il caffè al bar.
Hai mangiato fagiolini con aceto balsamico come se non ci fosse un domani.
In tanti ci hanno invitato a pranzo e cena e noi ci siamo andate con allegria, che quando siamo troppi non ci fanno mai inviti al volo.
Abbiamo fatto la spesa insieme in un supermercato affollatissimo, divertendoci come non mai a fare lo slalom col carrello.
Abbiamo fatto insieme delle borsine di carta decorate molto rosa e sbarluccicose, incollandoci le dita qua e là.
Hai giocato da sola un sacco nella tua stanza, che ho controllato se eri viva, perché di solito non stai più di 5 minuti a giocare per conto tuo.
Siamo andate in bicicletta nell’unico giorno di sole che c’è stato, perché tu sei diventata bravissima ad andare senza rotelle, che sembri una bambina grande.
Abbiamo riso tantissimo e avuto conversazioni profonde e surreali, circa l’unione che fa la forza, ma anche la paura e la felicità secondo te la fanno.
Ci siamo abbracciate e baciate un sacco.
Abbiamo preso un sacco di pioggia e tu stretta a me in braccio chiedevi se Gesù di cognome si chiama Nazareth o come si chiama Yoda di cognome e hai concluso che, senza offesa, non ti sembra che io sia esperta di cognomi, e intanto ci bagnavamo tutte e ridevamo.
Hai domandato se finché non tornavano i fratelli potevamo decidere solo tu e io cosa mangiare, dove andare, a cosa giocare …
Hai constatato con sorpresa che non litigava e gridava nessuno, che a pensarci bene in due e “in luna di miele” è difficile litigare.
Hai chiesto con freschezza e schiettezza se i fratelli non possono andare più spesso in gita.
Poi ieri a poche ore dal rientro dei fratelli ti sei messa a piangere e hai detto che questi giorni sono stati terribili, che hai sentito tantissimo la mancanza dei fratelli e che vuoi festeggiare ancora il tuo compleanno con tutti i fratelli (che poi son sempre due) e spegnere ancora le candeline.
E così a me, che ero un po’ triste e un po’ felice che tu eri stata così bene sola con me, è passato tutto.
E oggi è tutto straordinariamente normale
(e mi tocca fare un’altra torta)
Io mi sono commossa…auguri dolcezza!!!!
L’ho letta solo oggi e mi sono venuti i brividi brividosi. Che bambina speciale è la tua piccoletta. Ti abbraccio amica mia