Le carezze come nutrimento

Pubblicato da lapedagogista il 10 mag, 2012 in Famiglia, Pensieri educativi | 3 commenti

Tutti noi sappiamo cosa è una carezza.
Ma oggi ne vorrei parlare in modo un po’ diverso,  condividendo alcune riflessioni in merito a un testo che ha avuto un ruolo molto importante nella mia formazione “Le carezze come nutrimento. I gesti e le parole che fanno stare bene” di Giacomo Magrograssi.
Carezza è un’unità di riconoscimento esistenziale, che comunica “so che ci sei”.
Carezza è un abbraccio, un saluto, “Come stai?”, ascoltare attentamente. Perchè le e carezze possono essere verbali e non verbali: un ciao, una conversazione oppure uno sguardo, un sorriso, ma anche una smorfia di disgusto o uno schiaffo.
Infatti le carezze possono essere positive o negative. Positive sono quelle che la persona che le riceve percepisce come piacevoli; una carezza negativa invece è vissuta come spiacevole.
Piuttosto che non avere carezze preferiamo averne di negative, tanto è grande il nostro bisogno di riconoscimento. E’ per questo che continuiamo a stare con una persona che ci tratta male, ed è per questo che i bambini preferiscono una mamma punitiva piuttosto che una mamma che li ignora. Senza riconoscimenti non c’è crescita, di più non c’è sopravvivenza.
Le carezze possono essere anche condizionate ovvero legate a un comportamento o a una caratteristica specifica, a una competenza o all’abilità nello svolgere un compito (“hai fatto una torta buonissima”, “stai benissimo con quel vestito”). Le carezze incondizionate riguardano la totalità della persona: “sei stupido”, non “non sei bravo in matematica” “hai fatto una cosa sciocca”.
Le carezze positive incondizionate sono quelle che ci riempiono la vita di felicità, quelle negative incondizionate sono le più distruttive.
Le Carezze possono anche essere interne (carezzare se stessi).
Presto nell’economia delle carezze, impariamo però  a “non carezzare noi stessi”  perché fin da piccoli ci hanno insegnato che “non è bello vantarsi”, “chi si loda si imbroda”, “lo devono dire gli altri quali sono le tue qualità” …  quindi spesso ci dimentichiamo di congratularci con noi stessi per un successo raggiunto, di essere soddisfatti, di soffermarci un attimo e sentire la gratificazione per qualcosa in cui siamo davvero bravi. Insomma pensiamo che non è una cosa bella farci i complimenti da soli.

Da un punto di vista fisico il cibo ci permette di crescere e di mantenere il nostro benessere corporeo. Allo stesso modo avviene per le “carezze come nutrimento”.
Come è la nostra dieta di carezze? Abbondante o scarsa? Equilibrata?
Non è una domanda come un’altra.
Il nostro rapporto con questo speciale nutrimento influisce sulla qualità della nostra vita, sul nostro essere in grado di ricevere carezze e darne a nostra volta. Si può imparare a dare e ricevere carezze, ma bisogna iniziare da se stessi.
Siamo insoddisfatti dei riconoscimenti e delle carezze che ci danno gli altri?
Allora partiamo dalle carezze insufficienti e inadeguate che noi diamo a noi stessi.
Mettiamo da parte la falsa modestia, quello che forse ci hanno detto, la sensazione di essere ridicoli e fermiamoci dapprima su qualcosa di concreto, recente che è stato un piccolo successo.
Mettiamo da parte i ma “ma si poteva fare meglio”, i però “però posso migliorare”, i troppo “sono troppo buona e mi faccio fregare”. Eliminiamo i “non era una cosa importante” e “non è ancora abbastanza”. Diamoci una piccola carezza quotidiana. Scriviamola e condividiamola con gli altri.
E se riusciamo diamoci anche una bella carezza incondizionata, dimostrando di riconoscere e apprezzare le nostre qualità.
Per una volta non sediamoci a mangiare a una tavola apparecchiata da altri con cibi che magari ci sono indigesti. Decidiamo noi la nostra dieta nutriente per stare bene. Partiamo da noi stessi.
Impariamo a vedere le nostre risorse e a congratularci con noi stessi per le nostre qualità.
Poi impareremo anche a chiedere (e accettare!) le carezze che desideriamo.

#10coseSuper può sembrare un gioco, e lo è perché è divertente, ma i giochi sono una cosa maledettamente seria e fanno crescere. Proviamo:  5 cose in cui mi sento Super e 5 cose in cui gli altri mi dicono che sono Super.
Prendiamoci un impegno con noi stesse. Tiriamo fuori il meglio di noi!

 

Continua con Chiedere (e accettare!) carezze

Leggi anche Le carezze di plastica

3 Commenti

  1. rifletterò su questo post delle carezze…..mi sa che ho da dirci qualcosa anche io….fantastico comunque!

    • Aspetto le tue riflessioni ;)

  2. Cara Barbara, questo post è proprio bellissimo!!!
    Leggendolo ho pensato di colpo ad una persona: mia figlia.
    Alla sua NECESSITA’ continua di carezze (nelle sue molteplici forme), al suo continuo dare carezze (che forse suona un po’ come una richiesta di riceverne in cambio altre…), alle sue frasi dette quasi per caso: “ridono di me”, “quello che dico non interessa”, “ciò che ho fatto è venuto male, non è bello come volevo”, “ce l’ho fatta, ma tanto era facile”…
    Se da un lato le Carezze che ci diamo e ci danno gli altri sono fondamentali per tutti, dall’altro mi chiedo se chi ha poca autostima possa sentire il bisogno di una dose maggiore di Carezze? Forse perchè le carezze che provengono da noi stessi sono alla base di tutto???
    come sempre leggerti mi apre la mente e mi fa vedere da punti di vista sempre nuovi.
    un abbraccio

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