Firenze andata e ritorno

Pubblicato da bamamma il 13 mar, 2012 in Vita in famiglia | 10 commenti

Due occhi azzurri come il cielo e profondi come un lago di montagna mi mandano una mail. Una mail che parla in modo deciso … anche se una mail tecnicamente non ha un tono: “700 persone intendono ascoltare una tua spiegazione di ciò che è la creatività, quella dei bambini e quella degli adulti”.
Io … 700 persone. 700 persone che si occupano di creare acconciature e io. Io … creatività. A Firenze.
No, non ci penso nemmeno. Anzi nemmeno se ne parla. No, grazie.
Ed è così che sono partita con destinazione Firenze.
Ho preso 4 treni per stare via tre giorni. Tre giorni che avrei voluto percorrere al contrario, ma non sempre si può scegliere: prima le coccole delle amiche, poi il grande show party, poi l’evento formativo.
Mia nonna diceva: “Prima il dovere e poi il piacere”. E mi si deve essere innestato questo dogma nel DNA. Quindi ho vissuto tre giorni remando contro.
Sabato, io e il mio trolley color argento, siamo partiti lasciando a casa una piccola Streghetta febbricitante e un Ingegnere che ironizzava dando voce al mio sconfinato senso di colpa: “Che madre sei che te ne vai e lasci la bambina a casa con la febbre?”. Lui rideva e prendeva per il lato b. Io stavo per lasciare giù il trolley. Se non fosse stato che il contenuto era stato oggetto di decisioni e ripensamenti fino alle ore 2.00 di quella lunga notte: quindi, dopo tanto sforzo, non potevo esimermi dal partire.
“Mamma, ma devi proprio andare? Non puoi farne a meno? E’ morto anche il porcellino d’India l’altra volta che sei stata via!” dava poderose spallate alla mia traballante centratura la BimbaCartoneAnimato.
“Ma poi torni? E quando torni di preciso?” si informava col suo tono ansiogeno e indagatore il Sindacalista.
E fu così che in un giorno presi 4 treni senza sbagliarne uno.
E fu così che per ingannare l’attesa tra un treno e l’altro comprai un vestitino che mi chiamava da una vetrina ammiccando, con un cartello che recitava “-50%”.
E fu così che per non pensare riuscii anche ad attivare la connessione del wi-fi sul Freccia Rossa: da annoverare nei miei successi personali.
Io da sola che prendo un taxi.
Io da sola in questa stanza con due letti, quando a casa ne ho uno solo e oltretutto in multiproprietà.
Io che tanto in quel letto, anche se nessuno mi sveglia perchè deve fare pipì o dirmi che ha fatto un brutto sogno,  non riesco a dormire come si deve.
E poi se dormo 8 ore di seguito rischio anche che mi viene il mal di testa … che non sono più abituata.
Il palco e la passerella, dove ieri le modelle hanno sfilato con le loro gambe lunghe e sottili. Con quelle scarpe tacco 15 che ti viene il pensiero che tanto a loro non servono per slanciare i chilometri di cosce che hanno e alla fine non sarebbe così riprovevole fregargliele.
Tu lì sopra devi parlare di creatività, su quella passerella dove ieri gli hair stylist hanno creato acconciature sorprendenti, lasciandoti con la bocca aperta a forma di cerchio.
Sì, perché non è un palco: io ci parlo qualche volta dai palchi. Ho anche presentato la recita della scuola materna dei miei figli. Ok, lasciamo perdere…  era per sdrammatizzare.
Però quando parlo alle persone di solito sono bidimensionale, almeno il lato b non me lo vedono. Lì mi devo muovere in uno spazio vuoto dove mi vedono a 360 gradi e devo dire qualcosa che arrivi alla testa e al cuore. Soprattutto devo dire qualcosa.  Con tre schermi giganti che mi circondano, sola con i miei anfibi e il mio vestitino nuovo.
Raccontano la loro storia Andre e Ale … e emozionano. Parlano Due occhi azzurri come il cielo e la voce decisa attira l’attenzione.
Fa freddo, per il freddo tremo un po’ e sono un po’ blu. Ok, non è freddo … è fifa, lo ammetto.
Sento dal backstage un PiccoloGrandePrincipe che mi presenta con parole che scaldano tanto il cuore. Ma non posso emozionarmi troppo e dirmi come al solito che non me lo merito, perché tocca me.
Da “mamma” potrei parlarvi della creatività che ci vuole ad affrontare la vita di ogni giorno, dare risposte non scontate, risolvere problemi; della creatività che ci vuole a farci stare tutto, a trovare una soluzione efficace e tempestiva. Potrei dirvi che non basta essere creativi se non sei preparato, organizzato e competente. E semplice. Che si impara a essere creativi e che i miei figli me l’hanno insegnato o forse me l’hanno insegnato la vita e il bisogno di sopravvivere.
Ma sono lì sopra finalmente e voglio solo raccontare una storia ai visi, agli sguardi, alle persone che ho intorno. Una storia che parla di un modo di pensare e di essere … e di tornare a essere, come quando si era bambini.
Le parole in poco più di 20 minuti si sciolgono in un abbraccio.
Poi riguardo le fotografie di me lì, sopra a quella passerella, impegnata a raccontare.
Anzi, forse come una scena di un film di paura, le sbircio. Quanto sono piccola lì sopra e non ho certo la postura della modelle, così un po’ protesa in avanti per incontrare chi mi ascolta. Poi rido e dico ad alta voce: “La formica gobba”. Sembro una piccola formichina un po’ gobba.  E riesco a guardare le foto.
Nella vita ci vuole coraggio e ironia. Senza l’uno o l’altro si vive lo stesso … ma non tanto bene.
Ho ripreso tutti i treni e sono tornata a casa. In poco più di tre ore ero di nuovo nel mio ruolo di mamma, preparavo la cena e l’emozione residua e la stanchezza mi aiutavano ad essere sufficientemente insopportabile e sufficientemente imperfetta da riguadagnarmi il permesso di andarmene via ancora.
Ma nell’istante in cui sono entrata in casa con il mio trolley, la Streghetta  si è bloccata come davanti a un apparizione: “Mamma mamminaaaaa”. E si e messa a battere le mani per esprimere quello che sentiva. L’applauso più tenero ricevuto in questa giornata.

10 Commenti

  1. Aggiungo il mio applauso per il viaggio che hai fatto in quelle ore che non era verso Firenze ma verso te stessa. ;o*

    • Grazie Mathilda. Per certi versi è stato più impegnativo il ritorno dalle emozioni.

  2. Allora:
    1. Mi dispiace per il porcellino d’India.
    2. Devo ancora capire come hai conquistato Due occhi blu come il cielo.
    3. Concordo sul coraggio e l’ironia. Io la seconda spero di averla, per il primo dovresti farmi un corso accelerato…..
    4. Son sicura che sei stata bravissima su quel paco, altro che anfibi e gobbe!
    5. Secondo me sono i nostri figli a darci la forza, e Streghetta ne e’ la prova vivente….
    6. Voglio sentire quella storia anche ioooooooo!!!!!!!!!! (ma forse son stata bimba per poco…non so se puo’ servirmi)
    Un applauso e un abbraccio, e spero di rivederti ancora a Firenze prima o poi… (quando ci saro’ anch’io!). Peccato che ci sei andata da sola pero’!

    • In realtà è la moglie di Due occhi blu come il cielo che ha conquistato me. Tutto è partito da lei, e per questo (aver creduto in me prima di me) e molto molto altro è un’amica importante per me <3
      La storia la racconto presto, se posso la pubblico proprio ;)
      Firenze è talmente belle che è imbarazzante parlare di creatività in un luogo dove bello chiama bello e stupore sempre.
      Comunque il porcellino d'India Tim è sopravvissuto alla mia assenza, stiamo sereni, nessuno è indispensabile :)

  3. Che meraviglia! Avrei voluto essere sotto a quella passerella per ascoltare ed applaudire una formichina così empatica e accogliente che è diventata ‘gobba’ a furia di esserci per gli altri. Ma soprattutto avrei voluto guardare gli occhi della Streghetta e degli altri membri della tua splendida famiglia quando sei tornata a ricoprire il ruolo più impegnativo e creativo che c’è. : )

    • @Chiaraluce mettiamola così, ma la realtà è che devo migliorare la postura… vabbè non farò la modella :P
      @Annalisa: sai che su quel palco (ops passerella) c’eri anche tu ;)

  4. potre anche non commentare questo post, oramai hai analizzato questa esperienza da ogni angolazione e non c’è niente che potrei/vorrei aggiungere tranne, forse, ancora una volta: ti voglio bene, sono orgogliosa di te e di poterti annoverare tra le mie Amiche. Grazie Ba.

  5. Bellissimo post! Altro che sdramattizzare: se parli come scrivi (e sono sicura di sì), è stato sicuramente un successone …

  6. ok ce l’ho fatta, mi sono tenuta questo post per un momento dove la mia concentrazione fosse a mille solo e unicamente per te e le tue emozioni. Parola dopo parola mi sono sentita sempre più rapita in questa esperienza fantastica e alla fine ho appladito anche io assieme a Mia…
    Ba3d ti adoro

    • Socia, anche io ti adoro, lo sai.

Lascia un commento a Annalisa