Una vita al passaggio a livello

Pubblicato da bamamma il 3 feb, 2012 in Famiglia, Vita in famiglia | 3 commenti

Ieri sera mentre mi stavo quasi addormentando una notizia in rete mi ha scosso dal torpore: al “mio” passaggio a livello, grazie ad un accordo tra Comune e ferrovie dello Stato, verrà finalmente installato un display contaminuti, che dirà quanti minuti devo aspettare prima che passi il treno.
Facciamo un passo indietro e vi spiego perché il “mio” passaggio a livello. Io abito in un paesello in provincia di Monza e Brianza, in un quartiere minuscolo e tranquillo (leggi dove non c’è nulla) e in una fantastica casa piena di scale (detta affettuosamente “la torre”), ottima per mantenersi in forma senza andare in palestra (questa l’ha detta davvero l’Ingegnere, giuro!).
Una strada di circa un chilometro mi separa dal centro del paese. Per accedere al centro devo oltrepassare un simpaticissimo passaggio a livello dove uno può rimanere in sosta forzata anche per 17 minuti di fila …
Fermi alle sbarre i miei figli sono stati istruiti all’uso delle peggio parole, pronunciate da una madre cronicamente in ritardo.
Sì perché se anche mi limitassi ad andare a portare e riprendere i figli a scuola, farei minimo 4 attraversamenti al giorno. Di solito, siccome tutto (scuole, negozi, chiesa … ) sta “al di là” del passaggio a livello, sono di più.
Non è una linea ferroviaria secondaria e in pratica a qualsiasi ora (soprattutto se passo io) le sbarre sono abbassate. E’ una certezza che non conosce Sabato o Domenica, festività o orari tattici. Non farò una dissertazione topografica, strutturale e geografica (né tantomeno politica!) ma pare che non si possa fare un sottopassaggio nelle immediate vicinanze. In effetti esiste un percorso alternativo: c’è un cavalcavia a circa un chilometro di distanza, ma “fare il giro” in certi orari é più dispendioso in termini di tempo e traffico, che aspettare. Quindi, fino a circa sei mesi fa, aspettavo e mi lamentavo rumorosamente.
Poi una sera, ferma al mio passaggio a livello ho scattato una foto col mio cellulare e l’ho postata su Fb. Sì perché mi è venuta un’idea originalissima (ehm circa): pubblicherò il primo reality book “La mia vita al passaggio a livello”… il primo libro interamente scritto mentre sei fermo al passaggio a livello. Sarà un libro in 5000 capitoli circa. Corredato con immagini scattate attimo per attimo (così quando non ne potrò più e ingiungerò all’Ingegnere di cambiare casa, avrò anche le prove documentali).
Per vivere ci vuole molto coraggio e ironia. Altrimenti si vive lo stesso. Ma peggio.
E così ho iniziato a postare le foto su Fb. Scatenando i commenti più disparati:
“Che noia” “Sei monotona”… se vi annoiate voi solo con le foto, immaginate me …
“Questo paesaggio comincia ad essermi familiare … mi ci sto quasi affezionando!”, “Quando vedo il passaggio a livello chiuso penso ormai sempre a te” dicono i romantici lontani e vicini, facendoti vedere le cose da un altro punto di vista.
“Magari la prossima volta che sei ferma al passaggio a livello al posto di scrivere, pulisci i vetri della macchina.” Suggerisce l’amica pratica che ti vuole aiutare a far trascorrere meglio il tempo.
“Lui ti aspetta sempre” “Sappiamo sempre dove trovarti se abbiamo bisogno di te” insegna chi ha la grande virtù di vedere sempre il positivo in ogni cosa.
Ed io scatto foto, osservo e condivido.
Intorno a me persone a piedi o in bicicletta, stanche dell’attesa, con movimenti poco plastici passano allegramente sotto le sbarre. Ed io tremo di terrore che gli accada qualcosa ogni volta.
Signore che verso le 19 iniziano a imbastire la cena in auto.
Il solito automobilista impaziente, che dopo il passaggio di un diretto e due locali, decide di fare manovre improbabili per darsi a percorsi alternativi … e immancabilmente quando riesce ad uscire dal groviglio di macchine, si alzano le sbarre.
Ed io invece esercito pazienza, capacità di osservazione e creatività…
In pratica, ridendo e scherzando, mi sono trovata un passatempo che definirei “coinvolgente”.
Sì perché, ora quando troviamo giù le sbarre del passaggio a livello, non ho più tre belve urlanti in auto, ma ho tre creature che cinguettano: “Mamma, mamma, dai facciamo la foto!”
Un giorno c’era con noi un compagno di classe del Sindacalista. “Mamma, mamma, fai la foto!”
“Perché fai la foto?!?” esclama sorpreso. Che non siamo tanto a posto si sa … ma immortalare il passaggio a livello è un po’ troppo anche per noi.
“La mamma sta scrivendo un libro e raccoglie le prove”.
Il display contaminuti non risolverà il disagio dell’attesa al passaggio a livello, ma ci dirà quanto dobbiamo aspettare. Speriamo almeno sia attendibile. Così mi regolo su quante foto fare e quanti capitoli del mio “reality book” ‘Una vita al passaggio a livello’ scrivere :P
Intanto io il “mio” problema di sosta con annesse imprecazioni se non l’ho risolto, l’ho alleggerito.
Per i miei face-amici, se vi siete stancati del passaggio a livello … vedrete quando inizierò a postare tutte le volte che faccio le scale! Sì, non è una promessa è una minaccia!

Il parere della pedagogista


3 Commenti

  1. Intanto spero di recensirti il libro molto presto….., poi aspettero’ la seconda uscita (le scale), con relative foto. Infine a questo post avrei messo un sottotitolo da Lapedagogista: “alleggerire”. Che non fa mai male….! Buonanotte Bamamma!

  2. io il libro ‘al passaggio livello’ lo leggo volentieri. ciao

  3. Se lo togliessero ti mancherebbe…avresti troppo tempo in piu’ ;-) . Cmq un libro avvincente, corredato di foto, magari ci aggiungi tutti i commenti sia nostri che dei tuoi figli…sara’ un best seller :D .
    Bacio Barbarina :-)

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