Figli e genitori hanno dei bisogni. A volte nella stessa situazione hanno bisogni molto diversi.
Quindi capita spesso che questi bisogni entrino in conflitto tra loro.
Nell’esercizio di oggi, ci viene chiesto di portare a consapevolezza i bisogni dei nostri figli e i nostri.
Ci viene anche chiesto di usare tutta la nostra creatività per fare in modo che i bisogni di entrambi siano soddisfatti e che tutti “vincano” all’interno della relazione.
A volte siamo così stanchi o così indaffarati che la risposta automatica a qualsiasi richiesta è “No!”. Oppure “Dopo vediamo”, che diventa sì o no per esasperazione.
Ma fermiamoci un attimo a riflettere: perché no? Il “no” può diventare un “sì”?
Ecco il quinto esercizio per diventare genitori consapevoli suggerito dal libro “Benedetti genitori; guida alla crescita interiore del genitore consapevole”:
Praticate l’altruismo anteponendo i bisogni dei vostri figli ai vostri ogni volta che sia possibile. Poi vedete se c’è un terreno comune, in cui anche i vostri bisogni possono essere soddisfatti. Potete restare sorpresi da quante coincidenze siano possibili, specialmente se siete pazienti e desiderosi di trovare un equilibrio.
Un bambino di solito esprime i suoi bisogni che, a volte, non collimano coi nostri e allora li chiamiamo capricci.
Come tutti, anche i bambini hanno dei bisogni e agiscono in modo che tali bisogni vengano soddisfatti. Se i “capricci” sono tanti il bambino ci sta chiaramente facendo capire che non riceve risposte adeguate alle sue richieste, quindi noi dovremmo un po’ fermarci a riflettere e domandarci cosa non stiamo capendo in questo momento e in questa situazione.
Attenzione: questo ovviamente non significa che allora mi va bene tutto e che accetto qualsiasi cosa faccia mio figlio. Anzi. Sia molto chiaro (anche a loro) che anche io ho dei bisogni, di cui è meglio che loro siano consapevoli.
Se penso: “mio figlio è cattivo, si comporta male, fa tanti capricci”, “lo fa apposta per infastidirmi” “vedi che me lo chiede proprio adesso che sono esausto” cado in un ‘trappolone’ da cui difficilmente esco.
La psicoterapeuta Isabelle Fillozat in suo testo fa un paragone che mi ha sempre fatto sorridere e riflettere: molti di noi hanno delle piante in casa. Quando le foglie delle nostre piante ingialliscono o cadono, noi non pensiamo che la pianta ce l’abbia con noi oppure faccia così per farci fare una figuraccia davanti a tutti e farci passare come negate per il giardinaggio. Di solito cerchiamo la causa: le avrò dato troppa acqua? Non riceverà abbastanza luce? Ha un vaso troppo piccolo?
Ecco un bambino è decisamente più complesso di una pianta ma manifesta i suoi bisogni in modo analogo.
Proviamo a guardare gli atteggiamenti dei nostri figli non come a una provocazione, ma come a una manifestazione. Non sentite che già cambia il vostro stato d’animo?
A volte poi, chiamiamo problemi e capricci, quelli che invece sono fatti assolutamente naturali: come in autunno le foglie ingialliscono così un bambino di due anni dice “no” con una frequenza maggiore di ogni altra parola, un bimbo di quattro odia perdere, un adolescente contesta per il gusto di contestare.
Se guardo dal punto di vista del bambino, posso essere consapevole del fatto che sta provando a soddisfare da solo un suo bisogno.
E a volte mi si “attiva un neurone” e trovo soluzioni inaspettate e creative per soddisfare la sua richiesta di quel momento, senza calpestare i miei bisogni, oppure mettendoli consapevolmente da parte in quel momento per un “bene maggiore”.
Io sono l’adulto e loro i bambini, quindi tendenzialmente io devo capire il loro punto di vista, non loro il mio.
Ovvio che anche io ho dei bisogni che loro devono imparare ragionevolmente a rispettare. Un modo attraverso cui lo imparano è il nostro esempio, come noi rispettiamo i loro bisogni senza annullare i nostri.
Capire che abbiamo bisogni interdipendenti si chiama crescere.
Se te li sei persi, puoi trovare di seguito i link agli esercizi precedenti:
Questa pagina la vorrò stampare ed attaccare in ogni angolo della casa o meglio ancora della mia testa!
Grazie!