Chiedete scusa a vostro figlio quando vi accorgete di aver tradito la sua fiducia, anche in modi apparentemente insignificanti. Le scuse sono riparatrici. Una scusa dimostra che avete ripensato ad una situazione e siete arrivati a vederla più chiaramente o a considerarla dal punto di vista di vostro figlio.
Ma dobbiamo stare attenti a non essere “spiacenti” troppo spesso. Questa parola perde il suo significato se ne abusiamo e se facciamo del rimorso un’abitudine. A quel punto può diventare una maniera per non assumersi le proprie responsabilità. Siate coscienti di questo. Cuocere nel proprio rimorso di tanto in tanto è una buona meditazione. Non spegnete il gas finché la cena non è pronta.
L’esercizio #9 per essere genitori consapevoli, che troviamo nel libro “Benedetti genitori; guida alla crescita interiore del genitore consapevole”, affonta il tema del chiedere scusa.
Ai genitori capita di perdere la pazienza. Non è mai un bel momento o qualcosa di cui poi andiamo fieri. Però, per quanto cerchiamo di essere genitori attenti e consapevoli, succede che i comportamenti “automatici” prendano il sopravvento.
In questi casi i nostri figli a volte hanno bisogno di sentirci dire che siamo dispiaciuti, che abbiamo sbagliato in quella situazione.
Può succedere che chiedere scusa però sia troppo semplice o avvenga troppo di frequente.
A volte più che dire “scusa”, è importante iniziare a lavorare per “riparare” la relazione: riconoscere dentro di noi cosa è successo e ripartire con l’intenzione di essere consapevoli.
“Ripoviamoci”: ripartiamo e ricostruiamo un clima di fiducia reciproco.
Soprattutto se la situazione che ci fa scattare un comportamento di re-azione si ripete spesso, è importante trovare il modo di fermarsi un momento nel mezzo della tempesta e acquisire consapevolezza di quello che sta accadendo. Non è necessario risolvere subito il problema: domandiamoci invece se è possibile attendere che le acque si calmino per evitare di re-agire con rabbia incontrollata.
Abbiamo perso la pazienza con nostro figlio o nostra figlia. Quando siamo più tranquilli, possiamo provare a chiederci: “Cosa avrei potuto fare di diverso?”
Se i nostri figli sono abbastanza grandi, può essere utile parlarne, non per dare la colpa a noi stessi o a loro, ma per dirci come ci siamo sentiti, escogitare strategie più adeguate per esprimere le nostre emozioni, trovare un modo – una sorta di segnale - per “avvertirci” reciprocamente che stiamo perdendo la pazienza.
Non amo chi non chiede mai scusa e chi chiede scusa troppo spesso.
Non trovo nemmeno che abbia un valore educativo pretendere che un bambino che si è comportato male chieda scusa.
Le scuse nascono da un sentimento vero e profondo maturato dentro, che non possiamo indurre forzatamente.
Un bambino piccolo non capisce fino in fondo il significato della parola “scusa”, ma presto imparerà a considerarlo un “lasciapassare”: “Ma io ho chiesto scusa!”.
Inoltre invitare a chiedere scusa appena è successo il fatto, è come comunicare che le emozioni che il bambino sta provando non sono importanti: “Non mi interessa nulla del fatto che sei arrabbiato, triste, deluso … devi riparare la situazione!”.
Pensate a voi stessi: quando siete infuriati, nel bel mezzo della bufera, avete voglia di chiedere scusa?
State litigando con un vostro collega e sopraggiunge il vostro capo che vi dice: “Su dai ora chiedetevi scusa ed è tutto finito”
Chairamente difficilmente ad un adulto succederà di trovarsi in una situazioane del genere, ma , se ci pensiamo bene, ai bambini capita spesso.
Chiedere scusa è il traguardo di un cammino di consapevolezza: io sono capace di sentire le mie emozioni e quelle dell’altro, riesco a vedere i miei bisogni in una situazione e contemporaneamente il punto di vista e i bisogni dell’altro, sono in grado di percepire e capire le conseguenze che hanno avuto le mie azioni o le mie parole.
Il desiderio di chiedere scusa e “riparare” nasce da sincero pentimento.
I nostri figli imparano tutto questo soprattutto dal nostro esempio : se siamo consapevoli di ciò che accade, capaci di dispiacerci sinceramente e “riparare” con attenzione la relazione con loro, impareranno da noi a chiedere scusa quando è necessario, a dire parole o compiere gesti che guariscono le relazioni. Senza che li costringiamo a dire la parola magica “scusa”.
Se vi siete persi gli esercizi precedenti:
Esercizio #1
Esercizio #2
Esercizio #3
Esercizio #4
Esercizio #5
Esercizio #6
Esercizio #7
Esercizio #8
Grazie Bamamma, mi è piaciuta tanto questa riflessione, per una volta mi sono sentita meno “sbagliata”. Sai che sono piuttosto irascibile e controllarmi non è facile, è un cammino lungo e faticoso che per amore dei figli però va fatto (e anche per amore di sè stessi, per migliorarsi!). Rivedere i propri passi, con calma, parlarne coi bimbi più grandicelli o “compensare” con quelli più piccoli aiuta anche a mostrarsi per quello che si è: persone, non supereroi. Che sbagliano. E siccome quando saranno adolescenti ci faranno cadere cmq dal podio, forse è meglio non innalzarlo troppo! Grazie pedagogista del mio cuore.
Come è successo che abbiamo dimenticato le cose di cui veramente avevamo bisogno da bambini ? Basterebbe richiamare i nostri momenti di gioia e tristezza, di frustrazione ed di eccitazione, per sapere cosa i nostri piccoli si attendono da noi.
“Ciò che percepiamo determina ciò che crediamo. Ciò in cui crediamo determina ciò che prendiamo per essere vero.”
Non è facile controllare le proprie reazioni sbagliate, saremmo perfetti, anche perché spesso noi stessi siamo stati figli incompresi. Col tempo e il passare degli anni siamo più saggi si cerca di rimediare agli sbagli nei confronti dei figli e nipoti in virtù delle mancanze ricevute , però non facendo delle colpe ai nostri genitori , anche loro sono stati figli. Conta cercare di dare amore anche se si sbaglia , i bambini lo capiscono .