Oggi nel nostro percorso per allenarci ad essere genitori consapevoli, ci prendiamo un momento per riflettere sulle nostre aspettative:
Siate consapevoli delle vostre aspettative sui figli e considerate se sono davvero rivolte nel loro interesse. Inoltre, siate coscienti di come comunicate queste aspettative e di come esse influenzano i vostri figli.
Ognuno di noi ha delle aspettative su molteplici eventi o persone.
Abbiamo potentissime aspettive su noi stessi.
Figuriamoci se non abbiamo aspettative sui nostri figli!
Prima ancora che nostro figlio/a nasca ci “aspettiamo” che sia maschio o femmina, ma soprattutto ci aspettiamo che stia bene. Poi iniziamo ad aspettarci che dorma o che mangi, che cresca con un certo ritmo (maledetti percentili!). Che si comporti in un certo modo al supermercato e al ristorante oppure quando lo inseriamo a scuola. Che non sia aggressivo e che non si faccia mettere i piedi in testa. Abbiamo aspettative sul rendimento scolastico dei nostri figli, a volte anche sull’attività sportiva.
E’ impossibile non avere aspettive.
L’importante è essere consapevoli delle aspettative che abbiamo e delle conseguenze che possono avere su nosro figlio e sulla sua relazione con noi.
Come genitori dovremmo coltivare aspettative che facciano crescere i nostri figli, promuovano il loro ben-essere, rispettino la loro sovranità, riconoscano e facciano emergere la loro unicità.
Non è facile: spesso vogliamo per i nostri figli quello che noi non abbiamo realizzato, oppure ci aspettiamo che seguano un percorso simile al nostro. Possiamo aspettarci cose diverse da figli diversi, di età, sesso e temperamento differente.
Quando siamo consapevoli delle nostre aspettatitive possiamo esaminarle e comunicarle chiaramente a chi ci sta vicino, esplicitando ciò che desideriamo, ciò che preferiamo che non accada e ciò che per noi è davvero inacettabile.
Quando non ne siamo consapevoli, comunque le aspettative ci sono e guidano il nostro pensiero e il nostro agire.
Ecco alcune domande che ci suggeriscono gli autori di “Benedetti genitori” che ci possono guidare sulla strada della consapevolezza delle nostre aspettative:
Le mie aspettative sono adeguate all’età di mio figlio?
Lo aiutano a crescere?
Gli fanno sentire che vale, o lo sottopongono a inutili pressioni e insuccessi?
Mi aspetto troppo da mio figlio? Oppure al contrario mi aspetto troppo poco?
Ho aspettative troppo rigide che non permettono a mio figlio di esprimere veramente se stesso?
Gli esercizi che abbiamo fatto insieme nei giorni scorsi sono una base da cui partire: se riusciamo a vedere le cose dal punto di vista dei nostri figli e rispettare e onorare la loro esssenza più vera, li incoraggeremo a formarsi delle proprie sane aspettative su se stessi, a formulare desideri che li nutriranno e faranno crescere.
Essere consapevoli significa quindi abbandonare l’idea di “come dovrebbe essere” quel bambino, per aprirsi a “come è” in questo momento, qui davanti a me, mentre fa questa cosa o dice quest’altra cosa.
I bambini, in genere, fanno i bambini. Noi siamo gli adulti e possiamo, di fronte a qualcosa che ci aspettavamo andasse diversamente, attingere creativamente al nostro repertorio più vario e trovare altre strategie piuttosto che re-agire e arrabbiarci perché ci aspettavamo qualcosa di diverso.
I figli dal canto loro si aspettano che noi li amiamo, li curiamo, li proteggiamo. Non si aspettano di dover soddisfare i nostri bisogni emotivi. Spesso lo faranno spontaneamente, perché ci riempiranno di gioia, gratificazione, amore. Ma la soddisfazione dei nostri bisogni dobbiamo cercarla in noi stessi.
Nessuno ha detto che è semplice fare l’adulto e il genitore.
Però è un compito affascinante e stimolante, soprattutto se non si ha un “copione” rigido.
E fare il genitore – consapevolmente – è un’attività estremamente educativa
Se te li sei persi, puoi trovare di seguito i link agli esercizi precedenti: