Ed eccoci con il secondo esercizio proposto dai “nostri” coniugi e John Kabat-Zinn in “Benedetti genitori; guida alla crescita interiore del genitore consapevole”.
“Immaginate come apparite agli occhi di vostro figlio, che ha voi come genitori, in questo momento: questa nuova prospettiva come potrebbe modificare il modo in cui vi muovete nel corpo e nello spazio, il modo di parlare e ciò che dite? Come volete relazionarvi con vostro figlio in questo momento?”
Ieri con il primo esercizio, abbiamo cercato di vedere con gli occhi dei nostri figli … oggi continuiamo l’allenamento, focalizzandoci su come vedono noi i nostri figli.
Quando si è figli, di solito si fa l’elenco delle cose che “non farò mai” e di “quelle che non dirò mai” quando diventerò mamma o papà.
Poi improvvisamente un giorno senti la tua voce pronunciare le cose che “non avresti mai voluto dire”: “ci sono bambini che muoiono di fame e tu avanzi il cibo”, “io ti ho fatto io ti disfo”, “non mi interessa chi è stato, in castigo tutti e due!”, “non perché è mio figlio ma è proprio un genio” e altre simili amenità. E scopri, con un po’ di raccapriccio, che sei tu, sì proprio tu e non tua madre/padre a pronunciarle.
Vi ricordardate come vedevate i vostri genitori? Ma i nostri figli come ci vedono?
Vorrebbero essere come noi almeno un po’?
Se potessimo fermare il tempo per un istante e potessimo vedere la scena da spettatori, come in un film, potremmo osservare come ci muoviamo, parliamo, agiamo con i nostri figli … il tono della voce, ciò che diciamo, i nostri gesti come ci apparirebbero?
Se avessimo questa possibilità, continueremmo a parlare e ad agire allo stesso modo o vorremmo cambiare qualcosa?
Ad esempio, mi sono sempre chiesta cosa pensano i bambini piccoli quando gli adulti si rivolgono a loro alterando il tono della voce o usando vezzeggiativi e diminutivi in quantità sconsiderate.
Quando imboccavo i miei figli, immaginavo la scena “dall’altra parte” e trovavo davvero imbarazzante il mio accompagnare ogni boccone con un “ahm” e/o con un movimento apri-chiudi della bocca
Ci sono anni interi in cui molti di noi hanno incarnato il “Signor No”. Nei primi pensierini a scuola potremmo aver scoperto che “la mamma è brava a cucinare”, quando invece non sappiamo cuocere nemmeno un uovo sodo. E ancora ci chiediamo di che mamma stava parlando …
Poi quando i figli crescono un po’, non ti devi più sforzare di immaginare come ti vedono, perché capita che te lo comunichino loro più o meno apertamente. E non sempre è simpatico e piacevole
Qualche giorno fa ero a fare colazione al bar con i miei tre bambini; la cameriera mi chiede: “Ma sono tutti tuoi? Pensavo che i due grandi fossero tuoi fratelli”. Non ho fatto in tempo a iniziare a gongolare un po’, che il Sindacalista ci ha tenuto a precisare: “Mamma, io lo so perché credono tutti che siamo tuoi fratelli: perché sei bassa!”.
E allora pronti con l’esercizio di oggi: come appariamo agli occhi dei nostri figli?
L’immagine che vi rimandano coincide con quella che avete di voi? Vi riconoscete? Ma sopratutto vi piacete?
Raccontatemi cosa avete visto prendendo in prestito gli occhi dei vostri figli per osservare voi stessi!
Se te lo sei perso, puoi trovare di seguito il link all’Esercizio #1
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