*Dicesi staccata donna non donna disconessa, ma donna che indossa ballerine, scarpe da ginnastica, calzature raso terra.
Dicesi taccata donna che porta scarpe con tacco significativo.
Non sono alta.
Non parlo di altezza che si misura in centimetri.
Per quanto riguarda quella, mi manca poco più di un centimetro per raggiungere un dignitoso metro e settanta.
Ma la statura è una concetto interiore. E io sono la più bassa della mia famiglia di origine. Mio papà è più alto di me, mio fratello anche. E fin qui tutto regolare. Ma anche mia mamma è più alta di me. Non è nell’ordine naturale delle cose essere più bassa della propria madre. Quindi sono bassa dentro.
Le antenate delle giraffe che avevano un collo più lungo delle loro simili arrivano facilmente alle fronde più alte degli alberi, cosa vantaggiosa in periodi di carenza di cibo. Così queste spilungone avevano più possibilità di sopravvivere, arrivare all’età adulta e riprodursi, trasmettendo col loro patrimonio genetico l’informazione “collo lungo” alle generazioni successive. Darwin non mi ha avvertito di questa storia della selezione naturale. SignoraMamma invece ha lasciato cadere qua e là qualche frase che ho colto nel corso degli anni: “Ma che strano, che sei più bassa di tutti noi, anche di me” “Noi siamo tutti alti, tu …” “Eppure da piccola eri alta”. Non se ne riesce a dare una spiegazione. L’unico altro argomento che l’ha turbata altrettanto è stato scoprire, quando aspettavo il mio primogenito, che avevo fatto la toxoplasmosi. E’ andata dal medico di famiglia angosciata : “Ma quando mia figlia avrebbe preso quella malattia lì che ha a che fare coi topi? Io lavo sempre tutto benissimo, come è possibile?”.
Di due cose non si capacita: che ho fatto la toxoplasmosi a sua insaputa e che sono più bassa di lei.
Io dell’aver fatto la toxoplasmosi ero entusiasta. Di non essere “alta” un po’ meno.
Per fare pace con la selezione naturale e guadagnare qualche centimetro interiore la soluzione sarebbe semplicemente portare i tacchi, no? E invece non sono capace. Vorrei ma non posso. No, io non ci riesco. Incompatibile con i tacchi.
Oppure ho pensato che sarebbe più dignitoso essere una Staccata felice. Ci ho provato. Ma la realtà è che io guardo con invidia e cupidigia quelle splendide donne che incedono sul loro tacco 12 con grazia e femminilità e bramo essere come loro.
Qualche volta ci provo. Abbandono gli anfibi o le scarpe da ginnastica con la suola dondolante (la mia ultima droga pesante in fatto di calzature) e indosso le scarpe col tacco alto, anzi altissimo.
Mi specchio e mi sento decisamente sexy e femminile, anche se sono le otto del mattino.
Poi mi capita nel corso della giornata di fare un salto al supermercato, giusto per comprare quelle due cosine che mancano e inevitabilmente becco il carrello derapante, quello che tu spingi e lui vira pericolosamente a destra o sinistra e tu con la sola forza dei muscoli delle braccia e della disperazione cerchi di mantenere sulla retta via. Avere la punta del piede e un minuscolo tacchetto come base d’appoggio, no, vi assicuro, non aiuta nell’impresa.
Una commissione in centro e sanpietrini che ridono di te, più minacciosi di un campo minato.
Prendi la Streghetta a scuola: “Sono stanca ma tanto stanca, in blaccio mamma!”, la issi tra le braccia e cammini il più velocemente possibile, rischiando il crampo al polpaccio.
Poi corri a prendere gli altri due figli e sei in ritardo, tutti i posti vicini alla scuola sono occupati e parcheggi a trecento metri e, con figlia zavorra abbarbicata a te, cerchi di correre in direzione della scuola ma la zeppa trampolata ti impedisce la fluidità del movimento. Incespichi pure cercando di mantenere un briciolo di credibilità e di recuperare la sensualità che ti restituiva lo specchio otto ore prima.
Insomma prima delle cinque del pomeriggio del tuo incedere sinuoso e pieno di charme non è rimasto nulla e quei tacchi che al mattino ti facevano sentire tanto femminile, ora ti sembrano solo uno strumento di tortura auto-inflitto, grazie a un’idea che stamattina ti sembrava geniale e motivante e ora … decisamente non più.
Finalmente guadagni la porta di casa e togli le tue bellissime ma scomodissime scarpe col tacco e le metti nella scarpiera dove i tuoi anfibi e le tue scarpe da ginnastica giacciono languidamente con aria rassicurante.
Tu sei infedele, per saper portare un paio di tacchi faresti carte false, ma le tue scarpe a centimetri zero, come Penelope ti hanno aspettato pazientemente e sanno che tornerai da loro già da domani.
Vai a piedi nudi per casa e il pavimento fresco ti ricorda che uno dei motivi per cui ti sei sposata e non sentire più i tuoi genitori che ti dicevano: “Mettiti le ciabatte!”
Ora, mi chiedo, ma una che non tollera nemmeno le ciabatte, cosa si mette in testa? Di mettersi impunemente i tacchi?
Prendiamone atto.
Resterò per sempre una staccata che vorrebbe essere taccata.
Con questo post partecipo a Staccate vs Taccate, spazio in cui le sostenitrici dello stiletto e le amanti delle ballerine si confrontano, “ospiti” dell’ironica e mai banale La Staccata- Luana Troncanetti
anche io sono più bassa di mia madre
Io sono una taccata per necessità (1,59 cm con marito di 1,90 cm) ma ho ceduto alla via di mezzo: tacco si, trampoli no!
Anche l’Ingegnere è mooooolto più alto di me. Anzi direi che nel giro di 10 anni ho buone probabilità di essere la più bassa anche della mia famiglia attuale
Però le vie di mezzo non mi soddisfano
Pure io vado a piedi scalzi sul pavimento. Mia mammma, però, non lo sa
Grazie, Bamamma, per questo post straordinarimentebello. Lo linko subito nel mio blog e sulla pagina Fb!
Un bacio
PS: Io Bamamma ho avuto il piacere di abbracciarla dal vivo a Milano. E’ una stanga, confrontata a me. Nella vita tutto è relativo: lei discende dalla stirpe dei Watussi, io da quella dei Puffi. A chi tocca nun se ingrugna.
come te sono anche io la più bassa della famiglia mia madre 1,74 mio padre 1,86 io un misero 1,69 al contrario tuo io non ho neanche avuto la toxoplasmosi e non riesco a usare i tacchi neanche per un ora!!! l’unica cosa che uso che alza un po’ sono le hogan!!!! quindi direi che sei messa meglio tu!!!
Ah ah ah… quanto mi riconosco in questo post!
io adoro camminare a piedi scalzi in casa, sia d’inverno, ma soprattutto d’estate… adorerei anche i tacchi, se non fossero così scomodi.. ho passato l’inverno con un comodissimo stivaletto tipo anfibio rasoterra, alternandolo ad un tecnicissimo polacchino in camoscio e gore-tex .. io le chiamavo le scarpe di paperino.. altro che raso terra!!
ma d’estate, il mio io + recondito esplode, e mi sbizzarrisco tra zeppe, tacchi, non proprio 12, ma 7/8 si! considerando che mio marito è alto 2cm + di me, non posso esagerare!