Gennaio è finito. Gennaio mi piace. Perché viene dopo le feste … e già questo è un buon motivo.
Gennaio profuma di ritorno alla straordinaria normalità.
Ebbene sì, lo confesso: il mio desiderio proibito è morire di noia e routine.
Peccato che a Gennaio inizi il tormentone delle influenze e del toto influenze: “Almeno un milione di italiani si è già ammalato di influenza, ma il peggio deve ancora venire …” Grazie ma a me bastavano quelli che si erano già ammalati della mia famiglia. Quelli che mi hanno impedito di annegare nelle mie giornate tutte uguali e nella mia amata quotidianità.
A ben pensarci Gennaio è un mese di temi riccorenti. Per esempio, i saldi sono uno dei miei tormentoni preferiti del mese che apre l’anno. Un altro dei must del mese, ma questo mi piace decisamente meno, è parlare di diete. Dopo le feste si corre ai ripari. Che è un po’ come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Ogni giornale che apri ti propone una dieta. Oppure un oroscopo. Sì ecco, c’è anche il tormentone delle previsioni astrologiche, quelle a cui nessuno crede e tutti leggono. Io, mi distinguo: credo solo alle previsioni positive e ignoro quelle negative.
Ma Gennaio è soprattutto il mese dei buoni propositi. Oddio, ormai siamo alla fine del mese e i buoni propositi sono ampiamente passati di moda.
I buoni propositi sono quella cosa che fai il 1 Gennaio sotto i fumi dei brindisi e che inizi sempre “domani”. Se sei molto trasgressivo dichiari che sono inutili, superati, superflui, che non ci crede nessuno e non li fai nemmeno. Io non sono per nulla trasgressiva e li faccio sempre. Li mantengo … a volte.
Un anno, in “gioventù”, ho fatto il “buon” proposito di dire sempre tutto quello che pensavo. Ai primi di febbraio, una delegazione di amici e parenti (in realtà pochi superstiti tra coloro che ancora mi rivolgevano la parola) è venuta in visita e mi ha gentilmente -ma non troppo- pregato di piantarla e cambiare proposito.
L’anno scorso ho fatto un mega proposito che ho chiamato “semplificare”, ovvero lasciare spazi e vuoti, affinché cose nuove arrivassero nella mia vita. E siccome ho bisogno di supporti esteriori per interiorizzare i concetti, l’operazione è partita dalla “semplificazione” della casa, dal liberarsi di quegli oggetti che non usavo più, non mi servivano, erano un po’ rotti (fantastico il concetto di “un po’” rotto, vero?), mi complicavano la vita o erano di troppo. Bilancio: operazione riuscita … in buona parte
Certo, anche dopo un anno, sono ancora una neofita e ho ancora molto da lavorare sul tema. L’Ingegnere su questa cosa è ultraconvinto (ma proprio sul semplificarsi la vita … non solo la casa e gli oggetti) e ne ha fatto una filosofia esistenziale: meno cose hai da gestire, più tempo hai per vivere. La vita è già complicata di suo … perché complicarsela ulteriormente?
Ma soprattutto resterò sempre una dilettante in confronto alla mia SignoraMamma che quando arrivavano le cartoline diceva: “Oh guardate ci ha scritto Tizio, è stato a Vattelapesca, scrive tanti saluti e blablabla….” Poi con gesto ampio mostrava a tutti la cartolina e concludeva: “Avete visto tutti?” e a quel punto strap strap, due begli strappi e la fu cartolina finiva nei rifiuti cartacei, adeguatamente differenziata .
“Ma mamma!?!?”
“Ossignur, la tengo un po’ e poi? Poi finisce che la butto … quindi … ”
Quindi la butto subito e via …
Semplificando … ne ho molta di strada da fare.
fantastica tua mamma, ho capito da chi hai preso!! invece io ho una scatola piena di cartoline mandate da amiche o fidanzati a cui sono molto affezionata!!! per non parlare di tutte le lettere che mi scrivevo con le mie amiche … per fortuna ho lasciato tutto a roma!
… che mamma! Complimenti!
meravigliosa tua madre!!! la mia è l’esatto contrario e ne paga le conseguenze. io…bè alla cartolina le dò 2 o 3 giorni di tempo