L’Ingegnere ama la buona cucina, i cibi sani e naturali, cercare gli ingredienti nelle piccole aziende familiari, nei mercati, nelle fattorie. Purtroppo io invece, se lasciata libera di esprimermi, sono pericolosamente incline all’alimentazione trash . Lui mi guarda con disapprovazione. Per vendicarmi, quando fa lui la spesa e il frigorifero è pieno, io sostengo che non c’è nulla da mangiare (di commestibile s’intende). Una volta mi sono trovata perfino una radice di zenzero in frigorifero.
C’è da dire, che l’Ingegnere adora cucinare e gli riesce davvero bene. E io l’ho coltivato sapientemente regalandogli negli anni diversi corsi di cucina. Quando si dice l’investimento.
Per inciso, come qualcuno potrebbe insinuare, io non cucino male … io non cucinerei e basta.
Visto che l’Ingegnere torna alle 20.00 minimo e i miei figli non sono denutriti, qualcosa evidentemente gli faccio da mangiare. Ed è appunto la routine culinaria che mi uccide e non mi appassiona nemmeno un po’.
A dirla tutta io sono molto molto brava a cucinare quelle cose sfiziose tipo antipastini, dolci, torte salate e tutto ciò che non serve a nulla nell’economia domestica quotidiana. L’antitesi del “facciamo qualcosa di semplice al volo”, la negazione del “q.b.”: del resto io per fare la crema di riso ai miei figli, usavo la bilancia.
Ecco, proprio a me, futura autrice di due testi di cucina: “Scongelato e mangiato” e “Cucinare nel tempo di una telefonata”, è toccato in sorte un marito che a quattro giorni dal Natale decide che quest’anno cucinerà tutto lui, senza il contributo di alcuno.
Perché lui è l’unico, vero, incontrastato (e chi vuole contrastarlo?) chef in famiglia.
Ore 7.00
L’Ingegnere mi accoglie a colazione con la lista della spesa.
“Ecco, ti ho fatto la lista delle cose che mi devi comprare.”
Inizia profilarsi con chiarezza all’orizzonte che “Io chef, tu sguattera”.
Io e il cappuccino e la lista. Leggo distrattamente … sedano, carote, pasta formato reginette, farina bianca, farina gialla, uova di quaglia, prezzemolo, erba cipollina, pasta fillo … Uova di quaglia, pasta fillo? Devo decidere rapidamente se organizzarmi per fare la spesa all’antivigilia o trovare chi mi ospita a pranzo a Natale.
Ore 9.00
“Pronto?” “Hai già fatto la spesa? Puoi prendere anche della pasta di mandorle?”
Ma certo! Come no? E dove cavolo la trovo la pasta di mandorle? Dietro la pasta fillo, di fianco alle uova di quaglia, nel reparto della mostarda dolce?
Ore 13.00
Dopo aver studiato e ristudiato la lista (con Google e un paio di amiche in supporto) ignorando che tipo di ricette andranno a costituir,e ma fiduciosa nello chef e ormai immersa nel mio ruolo di sguattera (non serve capire, basta eseguire), dopo aver scoperto che il biancostato serve per il brodo, parto molto determinata per la missione spesa.
Piazzata strategicamente in pausa pranzo.
La spesa intelligente: un’ideona brillante che devono avere avuto altri 3000, impegnati nella caccia senza esclusione di colpi all’ultimo pezzo di salmone e nel taglia fuori al bancone gastronomia.
“Chissà perché c’è coda qui? Ma dove andranno tutti?”. Ecco, andavano tutti al supermercato, esattamente dove andavo io a fare la spesa “intelligente”.
Comunque, superate brillantemente una serie di criticità, con sole tre telefonate all’Ingegnere (si sa mai che le cipolline borretane non siano del calibro giusto o che i datteri non vadano bene denocciolati …) ho portato a termine con successo l’impresa. Trovato tutto. Pure l’introvabile. Ho il carrello pieno di ingredienti inquietanti e sconosciuti. Uova di quaglia, pasta fillo, pasta di mandorle e pure mostarda.
Direi un’impresa quasi rapida e indolore. Se non ci fosse stato il carrello derapante …
Ore 18.30.
Ritorna anticipatamente l’Ingegnere-Chef dal lavoro e io lo accolgo cinguettando: “Vieni che ti illustro il materiale che ho acquistato”. Se parli la sua lingua, hai più probabilità di essere presa sul serio. Perchè il vero terrore è dover tornare domani a fare la spesa.
Gli mostro piena di orgoglio tutte le cose acquistate, una per una … “Questa va bene? E questa?”
“Mmmm sì, sì. Mmmm aspetta, voglio vedere anche la fillo!” … e ti faccio vedere anche la fillo …
“Ok, posso andare?”
“Baaaaaaa, scusa dov’è la lista della spesa?” . Ma … cioè … mi controlla se ho preso davvero tutto?
Ore 19.00
Sta già facendo il brodo … il “profumino” di cucina si diffonde ovunque … e sarà il sottofondo profumato che ci accompagnerà nei prossimi due lunghi giorni.
Facciamocene una ragione. Se l’Ingegnere fa il suo risottino però gli perdono qualsiasi cosa.
Ore 21.30
“Baaaaaaaaaaaaaaaa, spegni il brodo. Subito!”.
Ok, l’anno prossimo, tutti in pizzeria.
Ah, per la cronaca, non è come sembra.
Io non detesto il Natale.
E’ che io amo la mia quotidianità straordinariamente normale.
Quindi, non prendetevela troppo, se io gli auguri ve li farò intorno al 9 gennaio. E a quel punto, magari, manderò anche qualche regalino … di buon ritorno alla routine-ma-non-troppo.
Me lo presti tuo marito l’anno prossimo??? così almeno per un anno vado solo a fare la spesa e cucina lui perché invece tutti gli anni queste incombenze spettano solo a me!!!
Carissima… Natale è passato da un po’, il 9 Gennaio pure… ma io un minuscolo regalino te l’ho fatto sul mio blog… che sia di buon auspicio per un 2012 pieno di nuovi follower!! : )